Questa notte alle 3,32 con epicentro in Abruzzo, a circa 1o km dall’Aquila, si è verificato un terremoto di 5,8 gradi della scala Richter. L’onda sismica si è avvertita un po’ in tutto il Centro Italia.
L’ipocentro, ossia il punto in cui ha avuto origine la spaccatura della crosta terreste e conseguentemente l’origine dell’onda, è stato calcolato a una profondità di 8,8 km.
Centinaia gli edifici crollati completamente o in parte, migliaia quelli lesionati e inagibili. Gli sfollati potrebbero essere 45-50 mila solo all’Aquila, più altri 20-25 mila in provincia. La Caritas parla già di 100 mila persone e si sta attivando per mobilitare aiuti e volontari. I soccorsi sono resi difficili dalle continue scosse di assestamento che rischiano di far crollare gli edifici lesionati e dal fatto che la prefettura, dalla quale si dovevano coordinare i soccorsi, è interamente distrutta. Anche la sede della provincia e altri uffici regionali sono intensamente danneggiati. Il coordinamento dei soccorsi è stato istituito alla scuola della Guardia di finanza. Il sindaco, Massimo Cialente, ha invitato i cittadini «a lasciare immediatamente il centro storico, perché anche le case non crollate possono essere gravemente lesionate».
Ad Onna, uno dei paesi vicini all’Aquila, vi è una dele situazioni più drammatiche: metà delle abitazioni è crollato e le restanti sono gravemente danneggiate.
A Paganica è deceduta la badessa del convento di Santa Chiara. Diversi edifici lesionati anche a Sulmona e a Castel di Sangro, dove però non risultano feriti. Inagibile il tribunale di Avezzano. Sono almeno 26 i Comuni interessati in modo «serio» dal terremoto, tra questi S.Stefano di Sessanio, Castelvecchio Calvisio, S.Pio, Villa Sant’Angelo, Fossa, Ocre, S.Demetrio Vestini e i centri dell’altopiano delle Rocche.
La Protezione Civile Nazionale si è mossa fin dalle prime ore per prestare soccorso e aiuto alla popolazione. Chiesta la massima collaborazione con tutti i cittadini per evitare intralci nelle strade e la gestione dei soccorsi. Si stanno attrezzando campi di prima accoglienza nelle zone intorno al capoluogo, in arrivo le colonne mobili partite dalle varie regioni, oltre quelle già presenti di Vigili del Fuoco, Esercito e Protezione Civile.
Da molti paesi, europei e non, sono in arrivo offerte di aiuto in mezzi, soldi e uomini. Agostino Miozzo, direttore generale della Protezione Civile: «In questo momento possiamo dire che la macchina italiana è perfettamente in grado di far fronte alle esigenze. Se nel corso delle operazioni dovessimo avere problemi, i nostri amici sarebbero pronti a intervenire».
http://www.protezionecivile.it/cms/view.php?cms_pk=15386&dir_pk=187
Terremoto in Abruzzo: i primi interventi della Protezione civile
Dopo la scossa di terremoto avvertita intorno alle 3 e mezza di notte in Abruzzo e nel Lazio, il Comitato operativo della Protezione civile si è riunito nella Sala Situazione Italia di Via Vitorchiano con i vertici delle istituzioni coinvolte, sotto il coordinamento del Capo Dipartimento Guido Bertolaso.
E’ stato immediatamente chiaro che si tratta di un terremoto storico, di impatto paragonabile a quello del’Umbria e Marche del 1997. La città più colpita dalla scossa, intorno all’ottavo grado della scala Mercalli, è L’Aquila, dove nel centro storico si sono registrati crolli e vittime, ma anche da Paganica sono giunte da subito notizie di crolli e incidenti.
E’ arrivata fin dalla prima mezz’ora in sala Situazione Italia la notizia del crollo della Prefettura. La scelta del punto di coordinamento “dicomac” (direzione di comando e controllo) si è orientata subito sulla sede della scuola della Guardia di Finanza, che si trova fuori dal centro città ed è facilmente raggiungibile.
In successione, Guido Bertolaso ha indicato ai referenti istituzionali le linee operative per un intervento efficace:
1. assicurare la viabilità, tenendo sgombra in particolare l’autostrada Roma-L’Aquila per agevolare i soccorsi
2. testare la funzionalità dei servizi di telecomunicazione
3. inviare i tecnici con le apparecchiature di supporto per rendere operativa la sala “dicomac” alla Regione Abruzzo.Come è noto il terremoto non è un evento prevedibile. La scorsa settimana si è riunita all’Aquila la Commissione Grandi Rischi, che ha avuto una riunione con i tecnici locali e i più importanti sismologi nazionali: la conclusione è che non si poteva prevedere quello che sarebbe successo.
Le sezioni operative delle colonne mobili di Lazio, Umbria, Toscana, Campania sono partite immediatamente per i soccorsi, seguite da quelle delle altre regioni. La procedura di emergenza prosegue con l’allerta nazionale dei vigili del fuoco.
Alle 6.40 i nuclei di cordinamento del Dipartimento Protezione Civile sono sul posto e sono in grado di fare un primo punto di situazione nella sala della Regione. Dichiarato lo stato di emergenza nazionale, è prassi che il Capo della Protezione Civile assuma le funzioni di Commissario dello Stato.
Alle prime luci, il Capo della Protezione Civile è decollato in elicottero con il vicecapo della polizia e il suo staff, per una ricognizione dall’alto e per coordinare la gestione emergenze dalla sala operativa della Regione Abruzzo.
Le operazioni di soccorso in emergenza proseguono secondo il piano stabilito: presidio e isolamento immediato di strade ed edifici danneggiati, per consentire ai soccorsi di arrivare nel più breve tempo possibile; perimetraggio delle strutture pubbliche; distribuzione degli aiuti e copertura di tutte le zone danneggiate.
In previsione dei disagi delle persone sfollate, vengono previsti i centri di raccolta e accoglienza, mentre all’Aquila si dispone di allestire un ospedale da campo su richiesta della prefettura, per supportare l’ospedale parzialmente evacuato.